“Ecco un’altra “trappola” per il mercato. Le compagnie ,tramite le 3 alleanze, hanno già costituito un oligopolio , verticalizzato i servizi occupando tutti gli spazi della supply chain ed ora vogliono rivolgersi direttamente alla clientela eliminando il rapporto con gli spedizionieri. In questo modo il gioco e’ fatto. Si suddivideranno i clienti mantenendo una politica di “cartello” ,cosi come fatto dagli integrators, eliminando la libera concorrenza.
Fedespedi ha denunciato alla UE la chiara posizione di monopolio dei carriers marittimi ma senza ottenere alcun intervento da parte del CONSORTIA BLOCK EXEPTION REGULATION che consente alle compagnie l’esenzione dalle norme antitrust. E inoltre beneficiano di una tassazione agevolata (circa 7%) .
Gli utili delle compagnie marittime hanno raggiunto livelli mai visti prima. Cito un report di Drewry :
… Drewry valuta in 150 miliardi di dollari gli utili delle compagnie marittime di trasporto container nel 2021, grazie agli alti guadagni sui noli dovuti alla crisi dell’offerta di stiva e di container, e prevede che nel 2022 saranno ancora più alti.” (R.Fuochi)
Maersk sarebbe sul punto di annunciare l’intenzione di accettare, dal prossimo 1 novembre, merci solo da caricatori, tagliando quindi fuori dagli scambi gli spedizionieri.
Lo riferisce la testata britannica The Loadstar, la quale riporta anche come alla richiesta di una conferma la compagnia danese abbia risposto soltanto: “Gli spedizionieri sono stati, sono e continuano a essere uno dei più grandi gruppi di clienti che abbiamo sulle nostre navi” (senza quindi esprimersi sul ruolo che avranno in futuro) e abbia quindi aggiunto di avere “informato alcuni clienti che non saremo più in grado di soddisfare le loro aspettative, in particolare su alcune rotte come quelle dall’Asia verso l’Europa e verso il Nordamerica” ma che costoro “potranno comunque acquistare spazi on line [l’espressione usata precisamente è do business online, ndr] su queste rotte così come sulle oltre 40 disponibili”.
Secondo la ricostruzione di Loadstar, che si basa sulle dichiarazioni di alcuni anonimi operatori del settore, spedizionieri come Kuehne Nagel, che sono come detto tra i principali acquirenti degli spazi in stiva delle navi, starebbero proponendo alla clientela noli a 20mila dollari/Feu per rotte dall’Asia all’Europa quando il costo a cui loro acquistano la stessa capacità è di 4mila dollari/Feu. Cifre su cui il responsabile della divisione Seafreight della casa di spedizioni svizzera ha preferito non rilasciare commenti, ma che se fossero corrette parrebbero ampiamente giustificare la volontà di Maersk di andare a recuperare quella parte di profitti che si dirige verso le case di spedizioni.
In ogni caso l’iniziativa, se fosse confermata, sarebbe un altro netto passo in avanti in un percorso di integrazione ad ampio raggio che il gruppo danese ha peraltro avviato da tempo, e che ha compreso anche la decisione nel 2020 di ‘far fuori’ la sua società di spedizioni Damco assorbendone internamente le attività. Un’operazione che aveva suscitato l’irritazione di un altro spedizioniere come Db Schenker (accusato tra l’altro da Maersk di aver cercato di sottrargli la clientela che era stata di Damco), e che aveva portato quest’ultimo alla scelta di dirottare i propri carichi su navi di altri operatori (principalmente Cma Cgm e Msc). Da ricordare che già all’epoca di questo confronto alla compagnia danese era stata rivolta anche l’accusa di aver provato di tagliare fuori gli spedizionieri, rivolgendosi direttamente ai clienti caricatori, sebbene ovviamente non in modo sistematico come si sospetta possa fare ora.